Siamo lieti di presentare Nobuhito Nishigawara, al suo debutto europeo con la prima mostra personale presso Luce Gallery, intitolata Qualia. L’esposizione aprirà l’8 maggio 2025 e presenterà una serie di opere uniche in ceramica, inclusa un’installazione site-specific concepita appositamente per lo spazio della galleria.
Profondamente concettuale e autobiografico, ogni lavoro si legge come una pagina visiva di diario, catturando momenti di introspezione in forme eleganti. Combinando tecniche ceramiche avanzate, Nishigawara traduce relazioni personali, spirituali e mentali di cambiamento, riflessione e neutralità in affascinanti vasi fisici ricchi di texture e colore. Viste nel loro insieme, le sculture in Qualia creano uno stato d’animo calmante, invitando il pubblico a fermarsi, osservare e — idealmente — conoscere meglio sé stessi attraverso le proprie reazioni personali di fronte a ogni opera e al loro posizionamento nello spazio.
Sia il titolo della serie che quello della mostra, Qualia, si rifanno al concetto giapponese di MA – la pausa, lo spazio tra le cose – invitando a una riflessione silenziosa attraverso un’ambiguità intenzionale. Ogni istanza è profondamente personale e unica, che si tratti della nostra reazione al colore rosso, della risonanza di una musica, di un odore pungente o del brivido del freddo. La varietà di interpretazioni rende l’esperienza umana profondamente individuale. Nishigawara utilizza questo concetto come cornice per esplorare e mettere in discussione le sue esperienze fondamentali e per cercare una definizione di sé.
In quanto immigrato giapponese che vive all’estero dagli anni ’90, Nishigawara si confronta spesso con domande legate all’identità – in particolare: cosa significa sentirsi giapponese? Molte delle opere in mostra derivano da ricordi del suo tempo in Giappone, tratti da reminiscenze sbiadite o da vecchie fotografie. Questi ricordi vengono spesso tradotti attraverso il colore: le profonde sfumature di blu evocano l’Oceano Pacifico o cieli vibranti senza nuvole; il nero richiama la pietra vulcanica o l’oscurità dei terremoti; il rosso appare come decorazione nei templi; mentre i rosa delicati richiamano i ciliegi in fiore. In quanto concetto intrinsecamente ambiguo, Qualia riflette l’identità sfaccettata dell’artista. È proprio in questa dualità che si definisce – MA, tra il sé interiore e il sé esteriore.
La sperimentazione con materiali, colori e texture è essenziale per la sua pratica e per l’indagine più profonda sul mezzo ceramico. Ogni scultura diventa una composizione in argilla — un pensiero o momento specifico catturato in forma fisica. Proprio come i pensieri cambiano e si trasformano, anche il materiale subisce metamorfosi durante la cottura: le forme possono afflosciarsi, i colori mutare in modo imprevedibile, le texture sciogliersi. Questi cambiamenti sono accolti con favore, come promemoria dell’illusione del controllo e del valore di abbracciare l’imprevedibilità del pensiero reso tangibile.
In Qualia #7, vediamo una combinazione armoniosa di nastri di argilla impilati e texture a goccia di rugiada accentuate da tonalità di rosa che si diffondono su un disco bianco pallido. Sebbene la sua origine emotiva rimanga ambigua, lo spettatore può interpretarla come una fusione di due prospettive: un filo di “pensiero” avvolto e lungo, che si posa su una superficie cosparsa di gocce perlate, forse rappresentando ricordi frammentati che emergono dal profondo. Lo spettatore è invitato a esplorare questi contrasti, traendo le proprie conclusioni e riflettendo su dove vanno i propri pensieri.
La forza del lavoro di Nobuhito Nishigawara risiede nella sua curiosità senza limiti — sia nell’impegno verso il concetto di “qualia” che nelle capacità espressive dell’argilla. La sua esplorazione diaristica della memoria viscerale, dell’identità, della percezione e delle contemplazioni filosofiche trasforma la fisicità della ceramica in contenitori di pensiero complessi e affascinanti. Per Nishigawara, il materiale diventa una sorta di terapeuta — ancorandolo, focalizzando la mente e traducendo territori emotivi complessi in forme astratte e tattili dove non esiste alcun limite all’esplorazione e alla sperimentazione.
Nobuhito Nishigawara (nato nel 1974 a Nagoya in Giappone) è un artista con sede a Anaheim, Los Angeles, specializzato in ceramica. Ha iniziato i suoi studi artistici alla University College of Fraser Valley, in British Columbia, ottenendo poi un BFA in ceramica presso il Kansas City Art Institute e un MFA presso l’Arizona State University. Il suo lavoro è stato presentato in importanti mostre personali negli Stati Uniti, tra cui il Bakersfield Museum of Art in California, oltre che in numerose collettive a livello internazionale. Nishigawara è Professore Ordinario di Ceramica presso il dipartimento di Arti Visive della California State University di Fullerton, dove attualmente dirige il programma di ceramica. Le sue opere fanno parte di collezioni private in tutto il mondo.
English Version
We are thrilled to introduce Nobuhito Nishigawara, debuting his first solo exhibition with Luce Gallery Qualia. Opening May 8, the show will display unique ceramic artworks, including a custom installation conceived specifically for the gallery space. Deeply conceptual and autobiographically, each intricate work reads like a visual diary entry, capturing moments of deep introspection in elegant forms. By combining advanced ceramic techniques, Nishigawara translates personal spiritual and mental relationships of change, reflection, and neutrality into alluring physical vessels rich in texture and hue. Viewed collectively, the detailed sculptures in Qualia create a mood-altering state of calm, inviting viewers to pause, observe, and—ideally —learn more about themselves through their unique reactions to each work and its spatial placement.
Both the series and exhibition title, Qualia, engages with the Japanese concept of MA - the pause, the space between - inviting a quiet reflection through intentional ambiguity. Each instance is deeply personal and unique, whether it’s our reaction to the color red, the resonance of music, a pungent smell, or the sting of cold weather. The range of interpretations make our human experience profoundly individual. Nishigawara uses this concept as a framework to explore and question his fundamental experiences and to search for a definition of self.
As a Japanese immigrant who has lived abroad since the 1990’s, Nishigawara often grapples with questions of identity— especially, what is it to feel Japanese? Many of the works on view stem from memories of his time in Japan, drawn from hazy recollections or old photographs. These memories are often translated through color: deep blues evoke the Pacific Ocean or vibrant cloudless skies; black recalls volcanic stone or the darkness of earthquakes; red as accents in temples; while soft pinks infer cherry blossoms in bloom. As an inherently ambiguous concept Qualia mirrors his own multi-faceted identity. It is within this duality that he defines himself - MA in between inner self and outer self.
Material experimentation, hue, and texture are essential to his practice and to his deeper investigation of the ceramic medium. Each sculpture becomes a composition in clay—a specific thought or moment captured in physical form. Just as thoughts shift and mutate, so too does the material during firing: shapes may slump, colors change unpredictably, and textures melt. These changes are welcomed, serving as reminders of the illusion of control and the value of embracing the unpredictable nature of thought made tangible.
In Qualia #7, we see a harmonized mixture of piled clay ribbons and dewdrop textures accentuated by shades of pink unfurl across a pale white disk. While its precise emotional source remains ambiguous, viewers may interpret it as a merging of two perspectives: a tightly wound strand of long, rambling ‘thought’ atop a surface scattered with beaded droplets, perhaps representing jumbled or fragmented memories emerging from beneath. The viewer is encouraged to explore these contrasts, drawing their own conclusions and reflecting on why their thoughts wander where they do.
The strength of Nobuhito Nishigawara’s work lies in his boundless curiosity —both in his commitment to ‘qualia’ and in the expressive capabilities of clay. His diaristic exploration of visceral memory, identity, perception, and contemplations of philosophical vastness transforms the physicality of clay into complex and alluring vessels of thought. For Nishigawara, the material poses as a type of therapist—anchoring him, focusing the mind, and translating complex emotional terrain into abstract, tactile forms where there is no limit for exploration and experimentation.
Nobuhito Nishigawara (Japanese, b.1974) is an Anaheim-based artist working in ceramics. He began his artistic studies at the University College of Fraser Valley, British Columbia, later earning a BFA in ceramics from Kansas City Art Institute and an MFA from Arizona State University. His work has been featured in notable solo exhibitions throughout the United States including the Bakersfield Museum of Art in California, as well as numerous group exhibitions internationally. Nishigawara is a distinguished Professor of Ceramics in the department of Visual Arts at California State University in Fullerton, where he currently leads as head of the ceramics program. His work is held in private collections worldwide.